Mi sono lasciata convincere da un’amica a guardare “Thirteen reasons why”. Sono una psicologa e lavoro anche in una scuola superiore; informandomi sul contesto in cui è ambientato il film e venendo a conoscenza delle tematiche trattate, ho pensato che non mi sarei potuta tirare indietro.
L’adolescenza è un periodo della vita in cui si crea una frattura psicologica nell’individuo causata dall’avvento della sessualizzazione e caratterizzata dall’essere critici rispetto a una visione del mondo che è stata immodificata per anni e che era stata data dalle figure primarie di riferimento. In questo momento di “crisi” l’individuo si smarrisce e deve ricostruirsi un’identità sentendosi vulnerabile alle pressioni esterne: giudizi degli adulti e dei pari spesso valgono molto di più di ciò che l’individuo sente di valere.
Gli alunni delle classi in cui lavoro appena hanno saputo che anch’io avevo iniziato a guardare questa serie tv hanno chiesto il mio parere così, come altri articoli del blog, prendo spunto dalla mia esperienza.
Ho deciso di riflettere su questa serie tv individuando “13 reasons why” e “13 reasons why not”.
13 REASONS WHY / 13 RAGIONI PER CUI GUARDARLO:
- Il suicidio non deve essere un tabù, chi pensa al suicidio deve sentirsi libero di parlarne con i propri cari e con dei professionisti, senza che gli uni o gli altri si spaventino;
- Questo film potrebbe renderci più consapevoli di alcuni nostri gesti che feriscono altre persone e di come i nostri metri di misura sono diversi da quelli degli altri: gli altri potrebbero essere più sensibili e soffrire per qualcosa che noi giudichiamo di poco conto;
- Gli stupri devono essere denunciati sia dalla vittima che da chi ne è a conoscenza;
- La storia raccontata dovrebbe essere un monito per prestare più attenzione agli altri, soprattutto se adolescenti;
- Il bullismo deve essere denunciato e chi assiste non dovrebbe schierarsi dalla parte del bullo per paura o vantaggi, ma dovrebbe avere il coraggio di supportare la vittima a chiedere aiuto;
- Il film permette di mettersi nei panni di chi soffre e questo role-play potrebbe aiutarci a capire come si sente l’altro;
- La storia mostra come la nostra vulnerabilità varia; Hannah prima mostra una buona resilienza ad alcuni eventi, ma successivamente a una serie di circostanze si sente senza risorse;
- Se i vostri figli guardano questa serie TV guardatela con loro: potrebbe essere un momento di condivisione durante il quale si potrebbero aprire diversi spunti di riflessione e confronto;
- Questa serie TV è provocatoria e spaventa, ma credo che gli adulti potrebbero trarne ottimi spunti di riflessione;
- Dalla serie TV si comprende quanto la comunicazione sia importante, spesso il non detto lascia libera interpretazione all’altro e per questo è bene che tutti ci impegniamo a dialogare in modo chiaro;
- Non bisogna temere di essere se stessi, si può decidere di vivere in modo estroverso o introverso ma nessuno dovrebbe rinunciare a esprimere se stesso;
- I sentimenti non devono essere nascosti e non dobbiamo pensare di essere troppo o troppo poco per qualcuno prima di conoscerlo, i nostri giudizi superficiali spesso sono errati;
- I sintomi depressivi non sono sempre evidenti e possono avere diverse manifestazioni più o meno visibili, caratterizzati da silenzio, rabbia e/o sottomissione.
13 REASONS WHY NOT / 13 RAGIONI PER CUI NON GUARDARLO:
- Il suicidio non deve essere considerato una strategia di risoluzione;
- L’immagine degli adulti è data come molto lontana dai ragazzi, ma non è sempre così infatti ci sono insegnanti e genitori che sono in grado di entrare in sintonia con i propri ragazzi;
- Non tutti gli adolescenti pensano al suicidio;
- La storia di Hannah Baker potrebbe essere presa come esemplificazione dell’adolescenza, ma dovrebbe essere considerata solo un esempio di come potrebbero andare le cose;
- Non tutti i suicidi sono causati dal bullismo, ma indubbiamente il bullismo provoca molta sofferenza;
- Non possono vincerla i bulli, chi è vittima di bullismo ne parli con qualcuno che possa essergli d’aiuto e continui a chiedere aiuto finché qualcuno lo aiuterà a cambierà le cose;
- Possiamo ferire le altre persone in diversi modi, ma ogni modo ha il suo peso e nella serie TV non emerge una chiara distinzione;
- Il suicidio ha alla base difficoltà e dolore psicologici che richiedono il supporto di un professionista;
- Non tutte le richieste d’aiuto vengono ignorate o non prese in considerazione;
- Non tutti i suicidi sono premeditati minuziosamente con quello di Hannah Baker;
- Gli altri non sono oggetti da utilizzare a nostro piacimento, ma sono delle persone che devono essere trattate con lo stesso rispetto richiesto per noi stessi;
- Nel guardare la serie tv potreste sentirvi a disagio davanti ad alcune scene molto forti e in merito alle tematiche trattate;
- Non guardatelo da soli perché potrebbe essere necessario confrontarsi su alcuni episodi del film con qualcuno di cui vi fidate.
La visione di questa serie TV deve essere valutata da ciascuno individualmente, ho dato 13 motivazioni per entrambe le tesi, lasciando a voi la decisione finale. L’importante è che lo guardiate con senso critico e che, come ricorda l’adolescenday http://www.adolescenday.it/ che ricorre oggi, ricordiate sempre di non sottovalutare i silenzi, guardare sempre dietro gli sguardi, non dare niente per scontato e credere nelle potenzialità di chi vi è davanti chiunque sia.
Dott.ssa Samantha