Funzionamento psicologico, Psicologia della vita quotidiana

Apprendere il senso di autoefficacia

L’educazione impartita ai propri ragazzi influenza considerevolmente il senso di autoefficacia che questi hanno e avranno in futuro. Sono differenti i modi in cui gli adulti strutturano il senso di efficacia dei giovani.

In primis possiamo affermare che gli adulti sono dei modelli per i bambini e per i giovani, quindi il senso di autoefficacia che si manifesta nelle azioni dei primi viene osservato e catturato dai secondi. I bambini sono degli attenti osservatori delle reazioni che gli adulti mettono in atto a fronte di successi e fallimenti.

Quando un adulto vive un successo può reagire affermando che è stato il risultato di alcuni sforzi oppure può attribuire le cause alla fortuna o alla causalità. Nel primo caso se l’adulto riuscisse a descrivere come ha definito tutte le tappe che lo hanno portato al successo avrebbe l’effetto di indicare al bambino o al giovane che gli obiettivi sono raggiungibili con fatica e determinazione, mentre nel secondo caso il messaggio che si trasmetterebbe al giovane sarebbe l’impossibilità di avere influenza sulla propria vita e aspettare che le cose capitino.

Nell’affrontare situazioni di fallimento possiamo intervenire analizzando la situazione e cercando di capire cosa non ha condotto ai risultati sperati oppure si può attribuire la colpa a qualcosa di esterno da noi che non può essere soggetto al nostro controllo. Nel primo caso i giovani che ci osservano possono comprendere che si può sbagliare e che dallo sbaglio è possibile imparare migliorando le proprie convinzioni in merito al proprio senso di autoefficacia; quando invece la colpa è di qualcos’altro o di qualcun altro è difficile pensare che si possono controllare gli eventi negativi e si possano evitare.

Un’altra modalità con la quale gli adulti possono influenzare il senso di autoefficacia dei giovani è quello di supportarli. Una frase che mi piace molto è

“Incita con enfasi e critica con dolcezza”.

Questa frase è tratta dall’educazione sportiva e spesso la realtà è opposta, poiché più facilmente sentiamo critiche feroci e complimenti moderati.

Per chiunque ci sta accanto, e ancor di più per i giovani, è necessario avere qualcuno accanto che faccia il tifo per lui. I nostri giovani hanno bisogno di adulti che li guardino e li incoraggino, d’altra parte però le critiche dovrebbero essere comunicate con calma così da avviare una riflessione su ciò che è andato storto e poter migliorare le prestazioni future.

Infine, un terzo modo per aiutare i propri ragazzi ad apprendere un adeguato senso di autoefficacia è quello di aiutarli ad osservare gli eventi e le loro emozioni. È importante osservare quali sono stati i passaggi che hanno portato a successi e a fallimenti, in modo da capire dove possono intervenire per migliorarsi sempre di più e diventare consapevoli dei margini di influenza che possono esercitare.

Forse non tutti ci hanno riflettuto prima d’ora, ma educhiamo i nostri ragazzi in diversi modi e il miglior modo con il quale riusciamo a comunicare con loro è “l’essere”: se vogliamo insegnare a loro un buon senso di autoefficacia dobbiamo essere i primi noi ad averlo ed essere persone con una buona convinzione rispetto a ciò che siamo in grado di fare.

Dott.ssa Samantha