Funzionamento psicologico, Psicologia della vita quotidiana

La creatività

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Nella vita di tutti i giorni sentiamo parlare di creatività in contesti molto differenti tra loro che creano ambiguità in merito a che cosa realmente sia questa caratteristica umana. A volte la creatività è associata alla genialità, come nei casi in cui si citano Einstein o Edison; altre volte ancora si parla di creatività nei bambini quando inventano qualcosa di nuovo giocando, colorando, scrivendo; inoltre si utilizza il termine creatività quando si parla di alcune professioni per i quali questa caratteristica umana prevede un coinvolgimento importante.

Essere creativi

Seppur la creatività venga chiamata in causa solo in alcuni contesti e solo per alcune categorie di persone questa caratteristica contraddistingue ciascun individuo in quanto essere umano. Sostanzialmente tutti possiamo essere creativi e tutti siamo chiamati ad esserlo.

Alcune situazioni quotidiane ci richiedono di essere creativi e di risolvere un problema in modo alternativo: dal riuscire a salvare una persona usando una semplice cannuccia per farla respirare, fino al semplice trovare una strada poco trafficata nell’ora di punta. Sono tutt’e due situazioni che richiedono l’abilità di pensare in modo alternativo, di trovare soluzioni inusuali a situazioni problematiche nuove o complesse.

Spesso ci illudiamo di avere tutto sotto controllo ma successivamente siamo chiamati a modificare i nostri piani per adattarli alla realtà che ci si presenta davanti. Queste situazioni rendono evidente come la creatività è una caratteristica saliente del comportamento umano, seppur in alcuni individui sia più evidente che in altri.

L’adattare i propri piani alle circostanze richiede un’abilità che ognuno di noi già ha: tutto ciò che dobbiamo fare è rendercene conto, osservare il processo creativo quando emerge e cercare di sfruttarlo intenzionalmente per risolvere i piccoli e grandi problemi della quotidianità.

Sostanzialmente possiamo dire che ciascuno di noi è Leonardo Da Vinci nel suo piccolo.

Cos’è la creatività?

La creatività è definita nel Nuovo Dizionario di Psicologia (2018) come “carattere saliente del comportamento umano, particolarmente evidente in alcuni individui capaci di riconoscere, tra pensieri e oggetti, nuove connessioni che portano a innovazioni e a cambiamenti. Il criterio dell’originalità, presente in ogni attività creativa, non è un criterio sufficiente se è disgiunto da una legalità generale che consente all’attività creativa di essere riconosciuta da altri individui. L’accadere della creatività secondo regole è ciò che la distingue dall’arbitrarietà.”

L’atto creativo non è sempre cosciente e ricercato. Nella vita quotidiana si presentano eventi casuali ai quali ciascuno di noi fa fronte attraverso azioni spontanee e non deliberatamente pianificate, le quali innescano la scoperta di soluzioni innovative a problemi fino ad allora irrisolti oppure risolti ma con un’unica modalità di azione.

Un’ulteriore caratteristica della creatività è l’impossibilità di descrivere oggettivamente il fenomeno mentale e di riprodurlo sperimentalmente per esercitare un controllo.

Sono stati diversi i tentativi di descrivere l’atto creativo.

Alcuni hanno definito la creatività come contrassegnata da una forma di pensiero divergente, che a differenza di quello convergente, tendente all’unicità della risposta cui tutte le problematiche sono ricondotte, presenta originalità di idee, fluidità concettuale, sensibilità per i problemi, capacità di riorganizzazione degli elementi, produzione di molte risposte diverse fra loro.

William James ha definito la creatività come: “il percepire le cose da una prospettiva non ordinaria”, la quale permette di trovare la soluzione a problemi apparentemente irrisolvibili. In questi termini si tratta di un pensiero strategico orientato a trovare il modo di raggiungere uno scopo.

Per primo Max Wertheimer non scelse come oggetto delle sue ricerche quegli aspetti dell’intelligenza indagati dal ragionamento logico, ma si occupò del pensiero produttivo, al quale riconosce un carattere esplorativo e di avventura che apre nuove soluzioni al di fuori della soluzione data, coinvolgendo una molteplicità di aspetti cognitivi.

Edward De Bono parla invece di pensiero laterale, in contrapposizione al pensiero verticale che cerca la soluzione dei problemi adottando un unico punto di vista. Il primo pensiero valuta la molteplicità dei punti di vista, a partire dai quali il problema può essere esaminato e la soluzione trovata con un percorso più breve o inaspettato, rispetto al percorso univoco considerato dal pensiero verticale.

Creatività e intelligenza?

Nel senso comune non è chiaro se il legame tra creatività e intelligenza sia di indipendenza o interdipendenza. Come citato in precedenza i casi in cui viene chiamato in causa il pensiero creativo non permette in modo immediato di comprendere la connessione tra le due caratteristiche umane.

Gli studi di Runco dimostrano come la dote intellettiva e la creatività sono caratterizzate entrambe dalla flessibilità, dato che entrambe prevedono che si adattino risposte e strategie a compiti e situazioni differenti. Questa informazione ci permette di evidenziare come la creatività sia connessa con il ragionamento logico.

Seppur il pensiero logico sia importante per l’atto creativo, non è l’unico elemento essenziale. La creatività necessità di flessibilità mentale e anche di conoscere in modo approfondito l’ambito di applicazione, infatti è necessario comprendere in modo accurato la situazione in cui si interviene.

Come essere creativi?

Graham Wallas ha cercato di tracciare il percorso seguito da un processo creativo scandito in quattro momenti: innanzitutto uno stadio iniziale, definito di preparazione, in cui si cerca di comprendere il problema in tutti i suoi aspetti e implicazioni; un secondo stadio di incubazione, in cui il problema è presente sotto traccia; un terzo stadio di illuminazione (o insight) in cui improvvisamente si trova la soluzione; infine un ultimo stadio definito di verifica caratterizzato da un controllo accurato della soluzione trovata.

Quindi potremmo riassumere i quattro stadi del processo creativo in conoscenza, sedimentazione, illuminazione e verifica. Da questa schematizzazione è possibile comprendere come l’azione creativa avvenga solo in un secondo momento, come prodotto di un pensiero creativo più o meno produttivo.

Giorgio Nardone consiglia che se vogliamo imparare ad essere creativi dobbiamo imparare a evitare di sforzarci di esserlo e guardare alle cose cercando di coglierle da più punti di vista possibile, percorrendo anche le vie meno ordinarie. Insomma, per essere creativi può essere utile attivare un percorso irrazionale che amplifichi il nostro percepire piuttosto che il nostro comprendere.

Un esempio di questi metodi è il brainstorming o “tempesta di cervelli” che si tratta di una procedura collettiva nella quale ognuno, su una data questione, cerca di sparare idee a raffica senza pensarci troppo. Il presupposto di base è che dentro ognuno di noi vi sia una sorta di controllore razionale che impedirebbe l’emergere della creatività: facendo connessioni spontanee si annullerebbe il filtro razionale e si permetterebbe il sorgere di nuove connessioni utili per far fronte alla situazione.

Dott.ssa Samantha