Funzionamento psicologico, Psicologia della vita quotidiana

DISTURBO DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE (DCA)

In fondo all’articolo è possibile ascoltare l’audio-lettura

I disturbi del comportamento alimentare possono manifestarsi in differenti modi:

  • Perdita e mantenimento di un peso inferiore al minimo normale;
  • Intensa paura di aumentare di peso e diventare grassi, con assunzione di comportamenti che portano al perdere peso;
  • Il peso corporeo e la forma influenzano in modo eccessivo l’autostima;
  • Ricorrenti episodi di abbuffate in cui si ingerisce un’ingente quantità di cibo e si ha la sensazione di perdere il controllo;
  • Sentirsi a disagio rispetto alle abbuffate.

In base alle manifestazioni si vengono a creare dei quadri clinici che si differenziano in:

  • Anoressia Nervosa (AN)
  • Bulimia Nervosa (BN)
  • Binge-Eating-Disorder (BED)
  • Disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificato.

La prevalenza di questi disturbi si segnala – tra gli adolescenti e le donne adulte – intorno allo 0.5-1% per AN e all’1-3% per BN, mentre le forme  caratterizzate da una minore gravità del quadro sembrano colpire mediamente il 6-10% dei soggetti di sesso femminile. In adolescenza, il rapporto maschi/femmine per AN è 1-9/10. In Italia, le donne con anoressia sarebbero circa 25.000, mentre quelle con bulimia circa 100.000.

Questi disturbi possono essere trattati e si è osservato che gli interventi più efficaci e duraturi hanno richiesto l’integrazione di varie competenze: psichiatri, psicologi, nutrizionisti, medici di medicina generale, internisti, pediatri, neuropsichiatri infantili.

Il nuovo decreto legge della Regione Lombardia fornisce delle importanti informazioni sia per coloro che si trovano nel difficile ruolo di aiutare una persona che presenta un DCA sia per coloro che invece temono di essere a rischio per questo disturbo.

Come aiutare una persona che ha un DCA?

  • Migliorate la comunicazione familiare
  • Uscite dalla logica di comportamento del “fai la brava ragazza”/“fai il bravo ragazzo”
  • Evitate l’auto-colpevolizzazione
  • Valutate come poter diventare una risorsa per la cura
  • Tenete presente che ogni DCA nasconde sofferenza e problematiche psicologiche
  • Non litigate a tavola e non abbiate un approccio “insistere/imporre”
  • Non cercate di convincere il paziente a modificare il proprio comportamento alimentare anomalo “per farvi felice”
  • Non chiedete un resoconto del cibo ingerito
  • Lasciate che sia il paziente a scegliere cosa mangiare
  • Non assumetevi la responsabilità del controllo del peso
  • Cercate di non fare la spesa pensando al DCA
  • Invitate la persona a tavola con voi. Se non viene, non rinunciate a invitarlo nei pasti successivi
  • Non fate imporre il menu del paziente a tutta la famiglia
  • Evitate espressioni colpevolizzanti (“mi fai morire”)
  • Non polarizzate tutta l’attenzione sul soggetto con DCA, trascurando altri familiari o i propri interessi

Domande per capire se si è a rischio di DCA:

  • Hai un IMC (Peso in Kg/altezza in cm2) inferiore a 18.5?
  • Se si, hai un’intensa paura di ingrassare?
  • Ti pesi più di due volte a settimana?
  • Pensi al contenuto calorico dei cibi che mangi?
  • Ti senti in colpa dopo aver mangiato?
  • Allo specchio, ti soffermi sulle tue cosce o sulla pancia?
  • Il tuo peso influenza il tuo umore?
  • Il tuo peso influenza la tua disponibilità a frequentare i tuoi amici?
  • Hai un ciclo mestruale irregolare o assente?
  • Mangi grandi quantità di cibo con la sensazione di perdere il controllo?
  • Ti provochi vomito (o lo desideri) dopo aver mangiato?
  • Fai uso di lassativi o diuretici per dimagrire?
  • Fai attività fisica intensa alla quale non riesci a rinunciare?
  • Dedichi al cibo troppo tempo e troppi pensieri?

Dott.ssa Samantha