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Nella scuola si sente spesso parlare di DSA, ma intorno a queste sigle si celano senso di inadeguatezza, incomprensioni e paure.
Che cosa sono i DSA?
I DSA sono Disturbi Specifici dell’Apprendimento che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. I DSA comprendono i disturbi di dislessia, disgrafia, disortografia e di discalculia (Legge 8 ottobre 2010 , n. 170).
Quando non si può parlare di DSA?
- in presenza di un ritardo mentale, valutato con appositi strumenti standardizzati;
- in presenza di patologie neurologiche, cioè malattie riguardanti il sistema nervoso centrale;
- in presenza di deficit sensoriali, cioè in presenza di cecità o ipovisione, sordità o ipoacusia, o sordocecità;
- in presenza di svantaggio culturale, sociale e linguistico, il quale può avere origine da una o più cause nell’ambiente di vita.
I principali disturbi dell’apprendimento sono dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, e se per necessità di studio e valutazione si sono distinte quattro categorie, in realtà questi disturbi si possono manifestare insieme. Vediamoli singolarmente:
- La DISLESSIA è un disturbo che compromette la capacità di lettura in termini di accuratezza (assenza di errori) e velocità;
- La DISGRAFIA è un disturbo della scrittura di tipo grafo-motorio, che conduce l’individuo a creare segni grafici di ambigua interpretazione e di conseguenza si definisce la sua una “cattiva scrittura”;
- La DISORTOGRAFIA è un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica, questo comporta molti errori grammaticali;
- La DISCALCULIA è una difficoltà nel capire e individuare la relazione tra numero e quantità, nel leggere e scrivere i numeri, nel contare al contrario, capire e utilizzare i segni aritmetici (+,-,x,:), svolgere operazioni in colonna e imparare le tabelline.
In conclusione ritengo importante fare due chiarificazioni linguistiche:
- DSA significa Disturbo Specifico dell’Apprendimento e non DiSlessiA, quindi, tenendo conto anche della definizione: la dislessia è un DSA, ma non tutti i DSA sono la dislessia.
- Quando ci esprimiamo, sarebbe opportuno utilizzare espressioni come “bambino con DSA” o “persona con DSA”, piuttosto che “bambino o persona DSA”, perché il bambino presenta un disturbo specifico dell’apprendimento, ma non è il disturbo stesso.
Dott.ssa Samantha