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Educare alle emozioni: aprire un dialogo

In diversi articoli abbiamo già trattato le emozioni. Vediamo qui la loro importanza nella relazione con noi stessi e con gli altri, poi soffermiamoci su alcuni suggerimenti utili per educare alle emozioni.

Per ciascuno di noi le emozioni sono uno strumento che avvia un dialogo interno e ci permette di interagire con gli altri fornendo degli elementi importanti all’interno della comunicazione.

Le emozioni quindi possono essere una bussola per interpretare le situazioni: quelle che ci fanno provare gioia sono piacevoli per noi, mentre quelle negative ci fanno rendere provare disagio. Successivamente possiamo interrogarci anche sulle nostre reazioni così da poter comprendere il nostro funzionamento e controllare le nostre azioni.

Inoltre le emozioni si possono utilizzare per comunicare con gli altri. Tutti i figli sanno che la propria madre è molto arrabbiata quando urla oppure quando rimane in silenzio, quando con passo pesante viene incontro o quando prende e va via, quindi le emozioni attivano comportamenti che intervengono nel dialogo definendo i toni e possono differenziarsi da persona a persona.

Le emozioni incidono sul tono della voce, sull’intensità dei movimenti, sul come ci sediamo, sulla nostra gamba che trema prima di un colloquio di lavoro o sul modo in cui guidiamo se siamo in ritardo e abbiamo fretta.

Le emozioni caratterizzano ogni momento della nostra vita e proprio per questo è importante educare i giovani alle emozioni.

Vediamo insieme tre suggerimenti per dialogare con i ragazzi di emozioni:

1 . A volte ai giovani sembra che gli adulti non vivano passioni perché cercano di controllare sempre ogni manifestazione emotiva, ma questo crea un muro tra le generazioni e non permette di dialogare su ciò che succede all’interno dei ragazzi che invece si sentono in balia di queste forti tensioni.

Il primo suggerimento è di dare voce alle proprie emozioni e riconoscere ai giovani le loro emozioni. Il mostrare le proprie emozioni, positive o negative che siano, non fa degli adulti delle persone più deboli ma avvia un confronto costruttivo. La cosa alla quale dobbiamo prestare attenzione è di non riversare sui ragazzi le nostre emozioni, ma di riferirle a loro quando sono già elaborate così che possano comprendere che è possibile intervenire su di esse e comunicarle in modo opportuno.

Il raccontare emozioni precedenti può essere utile per creare un ponte e avviare un dialogo sulle emozioni, un esempio potrebbero essere i primi amori o le difficoltà scolastiche.

2 . Un altro metodo utile per dialogare con i ragazzi è utilizzare il loro linguaggio, quindi per questa generazione un esempio possono essere le emoticon.

Forse per gli adulti non è così automatico aggiungere una faccina ad un messaggio, ma questo aiuta sicuramente a comprendere il tono dell’intervento e per i giovani rende meno formale la comunicazione.

Per alcune attività è possibile utilizzare proprio le emoticon per veicolare il riconoscimento delle emozioni, poiché l’attivazione dell’espressione facciale delle emozioni è una delle manifestazioni fisiologiche meno controllabile e pertanto non volontaria.

3 . Infine è possibile condivide la visione del cartone animato “Inside out” per creare un linguaggio comune in merito alle emozioni oppure per prendere spunto e avviare una conversazione sul coinvolgimento emotivo.

Questo film è utilizzato sia in attività strutturate per approfondimenti psicologici sia nel linguaggio comune, poiché a volte per esprimere le proprie emozioni vengono utilizzate delle immagini proiettate dalla pellicola, una su tutte è l’immagine del personaggio che personifica la rabbia che nel momento in cui “si scalda” gli compare un fuoco sulla testa.

Non importa se vorrete utilizzare una di queste strategie o altri metodi, l’importante è lasciar dialogare le emozioni in modo sincero ed equilibrato perché non è possibile educare realmente alle emozioni senza lasciarsi coinvolgere.

Dott.ssa Samantha