Mi è capitato di trovarmi davanti a due fonti apparentemente distanti, ma nelle quali ho individuato un filo comune.
La prima fonte è stata letta con i bambini della scuola dell’infanzia ed è il libro “Molly e i diritti dei bambini” di Grazia Mauri, il quale racconta di una tartaruga che si ritrova a leggere la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
A mio avviso, l’autrice nel suo libro ha trovato una bellissima metafora per definire il diritto e il dovere: il regalo. Il diritto è un regalo che qualcuno fa a te, mentre il dovere è un regalo che tu fai a qualcun altro, quindi a un diritto corrisponderebbe un dovere e, pertanto, il regalo passerebbe da chi dona a chi riceve.
Inoltre l’articolo 31 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza riconosce ai bambini il diritto di giocare, che sicuramente nessun adulto si sente di mettere in discussione, poiché attraverso il gioco è possibile fare esperienza della realtà simulandola.
La seconda fonte è l’articolo “Il gioco è una cosa seria” pubblicato sul periodico digitale di Assomensana.
L’articolo in questione afferma che l’attività ludica è un’ottima occasione per mantenere un buon livello di attività e creatività non solo durante l’infanzia e l’adolescenza, ma per tutta la vita.
Nell’articolo vengono identificati 5 benefici provocati dal giocare
- Il gioco ci diverte e grazie al rilascio di alcuni neurotrasmettitori genera benessere e buonumore;
- Il gioco è un’attività che coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali;
- Il gioco stimola e mantiene allenato il cervello;
- Il gioco stimola la capacità di ragionamento (pianificazione, memoria, attenzione e ragionamento);
- Il gioco favorisce lo sviluppo di diverse abilità.
Dalla Treccani leggiamo che il gioco è un’“attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive”.
Leggendo questa definizioni mi è tornata alla memoria la frase citata da una collega, insegnante alla scuola primaria, che per far capire ai bambini cosa sono gli hobby afferma che “Gli hobby sono i giochi degli adulti”. Grazie a questa definizione mi sembra chiaro che anche gli adulti giocano praticando delle attività e continuando a mettersi in gioco.
Guardando le classifiche delle app più scaricate si può osservare che tra queste ci sono anche Clash Royale, Candy Crash, Last Day on Earth: Survival e Super Mario. Da queste informazioni emerge come il gioco all’inizio della vita sia un diritto che aiuta il bambino a conoscere la realtà e a sviluppare le sue capacità psicologiche, ma che non perda interesse nella fase adulta. Pertanto gli adulti non devono smettere di giocare e anzi è consigliabile cimentarsi in diversi giochi, attività e hobby così che le funzioni psicologiche e le abilità messe in gioco siano diverse e sempre allenate.
Dott.ssa Samantha