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Essere padre oggi è ben diverso dall’esser stati padri cinquant’anni fa, quindi possiamo affermare che i genitori di oggi hanno nella loro mente un modello di padre acquisito durante la giovane età che non possono riproporre oggi.
Infatti, i figli di ieri si sono sentiti molto spesso dire: “Io posso farlo, mentre tu no perché sei un bambino” senza controbattere e accettando questa sentenza senza chiedere sconti, invece i figli di oggi a questa frase si sentono in diritto di controbattere o almeno di chiedere una motivazione all’adulto che non potrà cavarsela con un semplice “Perché è così!” o “Perché lo decido io!”.
La riflessione su queste espressioni rende evidente come si sia passati da padri autoritari a padri autorevoli. In passato quindi non era importante cosa veniva detto ma chi lo diceva, quindi quello che diceva il padre era legge e non si poteva controbattere e molto spesso le madri utilizzavano frasi del tipo: “Quando arriverà tuo padre gli racconterò tutto” oppure “Vedrai cosa ti dirà tuo padre”.
Oggigiorno invece si pone l’accento su ciò che viene detto e la fonte assume autorevolezza da ciò che dice e come lo dice. Un ragazzo oggi non si accontenta più che le cose gli siano dette da chi è accanto, ha bisogno di capire, ha bisogno di poter fare domande e ha bisogno di ripercorrere tutti i passaggi mentali che ha fatto l’adulto, anche se non è sempre possibile.
Questi esempi rendono evidente come in passato il sistema delle regole all’interno di una famiglia viaggiava su due binari paralleli, quello degli adulti e quello dei ragazzi, e per poter beneficiare dei diritti del mondo adulto era necessario essere in grado di adempiere anche ai doveri. Oggi invece le regole sono uguali per tutti all’interno della famiglia e se qualcuno non le rispetta, non importa chi sia, viene subito contestato e/o rimproverato.
Un altro aspetto rilevante è la relazione tra padre e figlio che oggi è caratterizzata da maggiore vicinanza e affetto rispetto al passato. Infatti il padre oggi può esprimere i propri sentimenti, può avvicinarsi, abbracciare o scherzare fisicamente con il proprio figlio, ma tutte queste situazioni di prossimità erano impensabili perché in passato si definivano degli spazi e delle distanze ben precisi che erano difficili da superare.
Infine vorrei sottolineare come le decisioni che riguardano i figli oggi vengono prese con dinamiche differenti rispetto a quelle del passato. È frequente che un genitore chieda al figlio come vuole vestirsi, cosa desidera per il suo compleanno, quali attività vuole fare nel tempo libero e a volte i ragazzi si trovano coinvolti anche in decisioni più importanti, per le quali forse non hanno gli strumenti adatti per condurre una valutazione adeguata. D’altra parte in passato i figli non erano coinvolti nelle decisioni: i fratelli minori si vestivano con i vestiti dei fratelli maggiori; i regali erano dei vestiti nuovi e magari un gioco; nel tempo libero si dava una mano in casa o al massimo si giocava in cortile.
Queste considerazioni non vogliono portare a definire che cosa era o è giusto o sbagliato, ma è evidente come i padri di oggi siano in difficoltà nell’inventarsi questo mestiere difficilissimo, per il quale non hanno modelli dai quali attingere e spesso si sentono in difficoltà davanti a figli che continuano a mettere in discussione la loro autorevolezza perché con essi si misurano.
Il padre di oggi si sta ridefinendo e ho individuato delle linee guide che potrebbero essere d’aiuto nella navigazione di questo mare chiamato “genitorialità” soprattutto quando i figli cercano di minare l’autorevolezza del genitore:
- Quando i figli pongono domande su tematiche che non conosciamo bene, piuttosto che improvvisare una risposta che magari si rivelerà errata, si può mostrare di non conoscere alcuni contenuti e far capire al proprio ragazzo che può capitare di non conoscere alcune cose ma l’importante è essere curiosi e imparare a cercare le risposte giuste, magari non accontentandosi della prima voce in alto che compare dopo una ricerca su Google;
- A volte capita che la vicinanza emotiva e fisica tra figli e genitori porti a una assenza di confini che può condurre a dinamiche complesse e non funzionali, a questo proposito ritengo che sia fondamentale insegnare ai propri figli il rispetto per tutti, così che questa buona pratica sarà in automatico adottata anche all’interno della famiglia;
- In merito alla contrattazione di regole e di decisioni da prendere i genitori molto spesso si ritrovano a trattare ad ogni età su orari di rientro, permessi, diritti e doveri. Ricordando che seppur i genitori non siano più autoritari debbono comunque rispondere della responsabilità rispetto ai propri figli e fino alla loro maggiore età saranno gli adulti a rispondere del loro comportamento, quindi affinché i giovani diventino adulti che rispetteranno regole sensate e prendano decisioni ragionate è bene mostrare loro come si fa: come ci si forma e come si utilizza il pensiero critico;
- Infine una buona pratica è quella di ricordarsi che i genitori sono i primi modelli di comportamento per i ragazzi quindi non si può delegare ad un figlio l’apprendimento di modalità giuste senza che il genitore le metta in pratica; non si può dire al figlio di crearsi un pensiero critico e poi ragionare in altro modo; non si può dire ai propri figli di leggere quando nessuno in casa lo fa; non è possibile non rispettare le regole e attendersi che invece i figli le rispettino; non è possibile vietare ai propri figli di fumare con una sigaretta in mano oppure proibire le parolacce imprecando.
In conclusione, non c’è una ricetta per sopravvivere all’esperienza di padre, ma è importante che ciascun genitore sia consapevole di essere un modello per il proprio figlio, dal quale poi quest’ultimo potrà decidere di avvicinarsi o discostarsi.
Dott.ssa Samantha