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L’approccio bio-psico-sociale prevede che il benessere dell’individuo sia valutato tenendo conto degli aspetti biologico/fisico, psicologico e sociale. Questo approccio risulta essere rilevante nella misurazione della qualità di vita delle persone che può essere giudicata con diverse etichette che vanno dallo stato di benessere a quello di malessere.
Pertanto, questa modalità di intervento consigliata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) può essere utilizzata sia in situazione di benessere sia in presenza di patologia.
In un precedente articolo abbiamo visto che uno stato di benessere è caratterizzato da una buona salute fisica, che non corrisponde all’assenza di malattie o disabilità, ma all’acquisizione di un punto di equilibrio che possa permettere alla persona di condurre le attività quotidiane tenendo conto di alcuni accorgimenti.
Lo stato di benessere deve essere anche contraddistinto da una buona salute psicologica, che possiamo definire come una stabilità psichica che permette all’individuo di condurre una vita coerente con i propri valori e i propri obiettivi.
Infine lo stato di benessere è contraddistinto dalle situazioni sociali in cui l’individuo è inserito, che possono risultare degli elementi di prevenzione o di causa delle patologie e di conseguenza essere determinanti per lo stato di benessere.
Dobbiamo però sottolineare che lo stesso ambiente può avere effetti diversi su individui diversi. Per rendere più chiaro questo concetto porto un esempio distante dall’essere umano: se noi prendiamo un bicchiere d’acqua, un cucchiaio di zucchero e una pastiglia di Aspirina effervescente possiamo notare che la reazione che si ottiene mettendo nell’acqua lo zucchero è ben diversa da quella che si ottiene immergendo la pastiglia effervescente.
In questo esempio l’ambiente è l’acqua, le persone sono lo zucchero e la pastiglia effervescente. Quindi possiamo considerare come un ambiente apparentemente innocuo quando entra in contatto con la seconda sostanza (la pastiglia effervescente) provoca una reazione dirompente, mentre quando entra in contatto con la prima (lo zucchero) sembra non avere reazione.
L’ambiente in cui un individuo vive è molto importante e solo negli ultimi anni si è posto l’accento su questo elemento, definendolo una variabile determinante negli studi del benessere o della psicopatologia.
L’ambiente può essere definito in termini macro o in termini micro e la scelta dipende da qual è l’oggetto di studio: se vogliamo studiare dei fenomeni sociali (es.: mondiali, nazionali) prediligiamo variabili macro-ecologiche, mentre se vogliamo indagare gli elementi di influenza nella vita di una persona prediligiamo le variabili micro-ecologiche (es.: familiari, scolastiche). Una cosa da non sottovalutare però è lo scambio che può esserci tra i diversi ambienti e come una variabile macro può esercitare delle influenze sulla vita di ogni individuo.
Prendiamo ad esempio la concettualizzazione della disabilità. In passato una persona con disabilità era considerata solo per le proprie difficoltà, quindi seppur la propria famiglia creasse un ambiente favorevole per lo sviluppo dell’individuo una volta che questo usciva nella società si scontrava con pregiudizi e barriere, architettoniche e mentali, che non gli permettevano di vivere la propria vita in stato di benessere.
D’altra parte oggi lo stesso individuo con la stessa famiglia potrebbe beneficiare di una migliore qualità di vita grazie anche all’ambiente macro-ecologico che non riconosce più la disabilità come mancanza, ma come una caratteristica che influenza solo una parte delle attività della vita e che non compromette in toto la vita stessa.
Un altro esempio che si presta ad una riflessione sull’ambiente è riferito all’orientamento omosessuale. In Italia l’ambiente rispetto a queste tematiche è ambiguo ed un adolescente che capisce di essere omosessuale può trovarsi a gestire un conflitto tra ciò che sente di essere e i messaggi contrastanti che manda la società italiana.
Al contrario un adolescente spagnolo che si sente attratto dalle persone del suo stesso sesso non percepisce un ambiente ostacolante in merito alla possibilità di vivere la sua sessualità.
In questo secondo esempio si sottolinea come gli ambienti si possono differenziare anche essendo vicini: da stato a stato, da famiglia a famiglia, da scuola a scuola.
Da adulti abbiamo il duplice compito di poter definire l’ambiente in cui viviamo noi e in cui vivono i ragazzi di cui siamo responsabili.
A volte ci dimentichiamo che abbiamo la possibilità di scegliere gli ambienti da frequentare e le persone con le quali condividere il nostro tempo. Avere relazioni sociali è rilevante, altrimenti non sottolineeremmo l’importanza dell’aspetto sociale nel benessere, ma è altrettanto fondamentale avere intorno a sé un ambiente che ci permetta di star bene.
In alcune circostanze dobbiamo arrivare a compromessi e non possiamo decidere di allontanarci. D’altra parte però il partner che decidiamo di avere accanto, il gruppo sportivo al quale partecipiamo o l’associazione di volontariato per la quale ci prodighiamo sono delle scelte e se questi ambienti spaziali e affettivi non ci permettono di vivere situazioni piacevoli non siamo costretti a frequentarli.
Come adulti abbiamo anche il compito di creare ambienti per i nostri ragazzi, che possono essere sia figli sia studenti. L’ambiente è un forte strumento di comunicazione nei gruppi come quello familiare e quello scolastico, ad esempio anche il modo in cui si decide di disporre le cose induce le persone a posizionarsi di conseguenza.
Prendiamo ad esempio una televisione davanti al tavolo su cui si consuma la cena, in questo modo sarà indotto il comportamento di vedere programmi televisivi durante i pasti. Se andiamo ancora più in dettaglio questo comportamento può essere utilizzato come situazione di confronto sulle tematiche attuali oppure può interrompere il dialogo all’interno della famiglia prevedendo che durante la trasmissione televisiva non si parli.
Questo esempio rende evidente come l’ambiente non è solo formato dagli elementi che lo definiscono concretamente ma è anche caratterizzato dai comportamenti che gli individui assumono. Pertanto come adulti dobbiamo porre molta attenzione anche all’ambiente psicologico e affettivo che proponiamo nelle nostre case, nelle scuole e in tutti i luoghi in cui esercitiamo delle responsabilità.
Seppur l’ambiente non sia l’unica variabile rilevante per la definizione dello stato di salute degli individui, poiché non dobbiamo dimenticare quelle fisiche e psicologiche, riveste un ruolo determinante. Può esercitare una funzione di prevenzione nel momento in cui attenua aspetti psicopatologici o permette di vivere stati di benessere, oppure può assumere un ruolo di concausa della manifestazione di patologie.
Come già specificato, lo stato di benessere è definito dagli aspetti biologici, psicologici e sociali che intervengono in modo sinergico e nessuno di questi aspetti deve essere sottovalutato.
Dott.ssa Samantha