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Sotto uggerimento di uno dei tutor del tirocinio post-lauream ho letto “La vicarianza- Il nostro cervello creatore di mondi” di Alain Berthoz.
Il significato più generale di vicarianza riguarda l’idea di sostituzione di un meccanismo, o di un processo, con un altro meccanismo o processo che possa condurre allo stesso risultato. In questa accezione supplenza e sostituzione possono essere sinonimi di vicarianza.
Nel libro si individuano due processi diversi ma molto creativi indicati dal termine vicarianza. Il primo, la vicarianza funzionale, indica che possiamo svolgere lo stesso compito in molti modi. Il secondo, la vicarianza d’uso, indica che possiamo percepire uno stesso oggetto, una medesima parte del nostro corpo o una stessa persona, come adempienti ruoli differenti.
Secondo Paillard la vicarianza è “una riserva di capacità di adattamento”. Per spiegare meglio questo concetto prendiamo in considerazione che nell’affrontare qualunque situazione le informazioni ci vengono fornite in maniera ridondante da diversi canali, ma solo alcuni di questi vengono individuati come più efficienti e vengono utilizzati. Ciascuna persona individua e sceglie quelli appropriati per sé stesso. Se uno di questi canali non dovesse essere più efficiente? La ridondanza ci permette di selezionare altri canali che possano supplire il canale deficitario e continuare a perseguire il compito.
Un esempio di vicarianza sensoriale può essere la seguente:
“Di notte, al buio, mentre proviamo a muoverci nella nostra camera, il cervello sostituisce la visione con la memoria dei luoghi, con le nostre abitudini motorie e con il nostro senso del tatto. È un chiaro esempio di processo vicariante. Ed ecco che sostituiamo una sensazione con un’altra, o con una combinazione di sensazioni, per elaborare una percezione pertinente allo scopo prefissato, o al contesto. In quel caso si tratta di vicarianza sensoriale.”
Questo è un esempio importante per farci capire in prima persona come i non vedenti sostituiscono la visione con altri indizi sensoriali per poter raggiungere lo stesso obiettivo. Infatti con la stimolazione tattile, le persone non vedenti ricavano diverse proprietà della visione, una vera e propria sostituzione della funzione visiva. Ne è un esempio la lettura della scrittura Braille, le persone non vedenti riescono a leggere con le dita proprio come noi facciamo con gli occhi.
La vicarianza interviene anche in ambito scolastico. Gli apprendimenti avvengono mediante diversi canali e non c’è un modo giusto o un modo sbagliato, ma una modalità adeguata alla persona o al gruppo di persone in questione.
Ne consiglio la lettura perché questo libro mi ha affascinato molto e ho trovato molte congruenze con ciò che mi è possibile osservare tutti giorni.
Dott.ssa Samantha