Funzionamento psicologico, Psicologia della vita quotidiana

Il senso di efficacia: dove nasce la nostra convinzione di farcela?

Il senso di autoefficacia è stato approfondito da Bandura, un famoso psicologo, che ha definito questa dimensione come la convinzione delle persone circa le proprie capacità di produrre determinati effetti.

In altri termini il senso di autoefficacia si riferisce alla fiducia e alle aspettative di una persona nell’avere la capacità di controllare se stesso e quello che accade nella propria vita riuscendo ad affrontare con successo situazioni nuove.

Le persone che possiedono un alto senso di autoefficacia pensano di riuscire bene, mentre chi ha un basso senso di autoefficacia pensa di non farcela e quindi non si impegna.

La convinzione di autoefficacia si può originare da quattro fonti principali:

  • Le esperienze di gestione efficace: le situazioni in cui la persona può sperimentare un successo aumentano il senso di autoefficacia, poiché l’individuo acquisisce delle prove in merito alla propria capacità di produrre determinati effetti che si è prefissato; al contrario i fallimenti diminuiscono la convinzione di poter intervenire per produrre gli effetti che si desiderano.

Le esperienze vissute possono modificare il senso di autoefficacia dell’individuo in base a due variabili: una        quantitativa e una qualitativa. Se il numero di esperienze di successo è maggiore di quello dei fallimenti ci sarà un aumento della propria efficacia, mentre se sono maggiori i fallimenti non ci si attribuisce tale capacità. In merito all’aspetto qualitativo possiamo osservare come il raggiungimento di grandi successi aumenta il senso di autoefficacia in proporzione maggiore rispetto a successi che risultano più semplici, tale rapporto proporzionale si presenta anche nelle situazioni di fallimento dove una quantità maggiore però diminuisce la percezione della propria efficacia.

  • Esperienze vicarie: l’avere modelli di successo o di insuccesso permette di incrementare o diminuire il proprio senso di autoefficacia in situazioni analoghe. Il fatto di vedere altre persone simili a sé che raggiungono i propri obiettivi attraverso impegno e azione personale incrementa nell’osservatore la convinzione di possedere anch’egli la capacità necessaria però riuscire in occasioni analoghe. Dall’altra parte della medaglia invece si può verificare il caso in cui modelli di insuccesso portino l’osservatore e credere di non potercela fare e di non intraprendere alcune attività per la convinzione di essere simile al modello di riferimento e di conseguenza di non avere sufficiente capacità per riuscire.
  • Persuasione: l’essere convinto da altri di poter riuscire in un’attività genera maggior senso di autoefficacia e induce l’individuo a investire maggiore impegno e più tempo di quanto avrebbe fatto se non fosse stato incitato. Questo è un esempio positivo, ma la convinzione rispetto al potercela fare può essere facilmente condizionata anche da critiche e insulti portando magari l’individuo a non investire più risorse nel progetto che aveva iniziato.
  • Stati emotivi e fisiologici: lo stress, l’esaltazione, le pressioni, l’adrenalina, la stanchezza, la noia, la gioia possono influenzare il senso di autoefficacia. Ne consegue che è importante avere consapevolezza della propria condizione fisica e psicologica intervenendo così affinché gli stati positivi non ci portino a sopravvalutare le nostre capacità e quelli negativi non ci inducano a sottostimare l’efficacia del nostro intervento in determinate situazioni.

Come abbiamo visto il nostro senso di autoefficacia può avere origine ed essere influenzato da diversi fattori, quindi è importante avere un senso critico e non lasciarsi influenzare da qualunque considerazione ci viene fatta ma è altrettanto rilevante essere obiettivi in merito alle proprie capacità.

Dott.ssa Samantha